Garbatellandia e la nuvola dei sogni magici

Fatagarbatella tornò a sedersi sotto l’albero della Pace, bisognava scrivere una nuova fiaba, mosse nell’aria la sua bacchetta magica dicendo le tre paroline segrete.

Contò uno, due, tre stella e depose la bacchetta nella borsa gialla che le aveva re- galato il Magoaggiustatore, quello che aveva creato la panchina magica alla fontana

Carlotta, poi nascose borsa e bacchetta al solito posto.

 

l’elfetta Garbatelletta con Garbatellicchio figlio di Garbatellocchio, Marana e

l’elefantino Rambo. Ciak disse: «Diamo inizio ad una nuova splendida storia, forza

Fatagarbatella siamo qui ad ascoltarti!».

Fatagarbatella iniziò dicendo: «C’era una volta…». Subito venne interrotta da

Garbatellocchio: «Bentornata è tanto che aspettavamo il tuo ritorno qui su piazza

Sant’Eurosia, ma dove sei stata tutto questo tempo? Lo sai che c’è bisogno delle tue

fiabe!».

Marana, la moglie di Garbatellocchio, lo interruppe a sua volta: «Garbatellocchio

lasciala raccontare non vedo l’ora di ascoltare la sua nuova f…!». Marana venne a sua

volta interrotta da Garbatellicchio: «Mamma è arrivata anche l’elfetta Garbatelletta che vuole ascoltare una fiaba nuova!».

Violetta la bassotta fece due tre abbaii e tutti capirono di stare zitti così Fatagar- batella riprese a raccontare: «C’era una volta la bicicletta con le ali con la quale partii

proprio da questa piazzetta, poi è iniziato il lungo viaggio in mongolfiera ed ho da raccontarvi nuove favole e storie, ma ho bisogno del vostro aiuto per far scendere la

nuvola dei sogni realizzabili, volete partecipare a questa avventura?».

Scese un ovattato silenzio. Si sentivano soltanto le ali del gabbianello che girava

intorno alla piazza. Dopo un tempo imprecisato Garbatellocchio saltellando e con voce solenne: «Fata non ti abbiamo mai abbandonato e siamo pronti a fare quello che

ci dirai, come facciamo a far scendere dal cielo la nuvola dei sogni magici?!».

Fatagarbatella si alzò in piedi andò verso l’albero della pace ed invitò tutti a fare

un bel girotondo intorno al pino, poi si diresse verso la chiesoletta e tutti la seguirono e magia delle magie… indovinate cosa accadde!

Gabbianello svolazzava in alto, a destra, a sinistra e si fermò davanti ad una porti- cina, dove un tempo c’era Maria la merciaia e dal 1951 una tipografia. Tutti seguivano meravigliati lo svolazzare del gabbiano e persero di vista Fatagarbatella.

L’elfetta urlò: «Ma dove è andata la fata? Sono venuta dalla Mongolia per cono-

scerla ed ascoltare le sue storie, Garbatellicchio io non ho tempo da perdere!».

«Sono qua chi vuol salire?», Fatagarbatella troneggiava sull’Arca disegnata Mago-

lollo e che Magobobbo aveva depositato su l’altra piazzetta poco lontano quella di

Caterina Sforza.

Affrettiamoci disse Mago Ciak: «Io la conosco bene, senz’altro ci divertiremo, guardate già ci sono diversi animali che sono saliti, io vado e voi?».

Non se lo fecero ripetere un’altra volta, il gabbiano velocemente sorvolò dove c’era una volta il vinaio Sor Arturo, dove c’era il lattaio Baffo e approdò sull’arca che iniziò a volare nel cielo di Garbatellandia.

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