C’era una volta e c'è ancora la bicicletta di Fatagarbatella che aveva un sellino magico, e si era proprio un sellino particolare…faceva il solletico.
Già la bicicletta aveva un sellino che faceva il solletico, perciò pedalare era sempre una grande allegria.
Tanto ma anche poco tempo fa.......non esistevano seggiolini per portare bambine e bambini in bicicletta…ci si doveva sedere sulla canna , dove era stato messo un cuscinetto.
I papà prima di pedalare usavano due mollette di legno per i panni per tenere piegati i pantaloni, evitando che si impigliassero nelle ruote.
Per riparare dal sole la testa delle loro figliole e figlioli facevano quattro nodi al loro fazzoletto ed ecco fatto il cappelletto.
Un bel giorno che sembrava quasi ancora estate, ma già era autunno da un bel pezzo, infatti era il 4 novembre del 2001…
Fatagarbatella decise di sedersi sulla panchina sotto l’albero della Pace, nell’isoletta magica dei sogni che si realizzano (perchè lei...non aveva un sogno nel cassetto…aveva i cassetti del suo castello stracolmi di sogni e piano piano li realizzava tutti, perché sapeva che i sogni son desideri …e si possono realizzare con la polvere magica della costanza)
L’albero era un grande pino che stava lì da sempre, guardava e vedeva tutto e tutti…il passare delle stagioni, il passare dei bimbi che andavano all’Oratorio di San Filippo Neri, le mamme che di corsa andavano a riprenderli , perché avevano mille cose da fare, i papà che andavano dal meccanico e le nonne con i nonni dal pasticcere a comperare caramelle e pastarelle per i loro nipotini.
E SI! L’ALBERO GUARDAVA E VEDEVA, perché A VOLTE CI SONO ALBERI CHE GUARDANO MA NON VEDONO.
Un grande albero della Pace ed intorno a lui un piccolissimo mondo da far crescere con amore.
L’amore…è la migliore medicina per fare crescere la Pace, ma ci vuole anche l’acqua, il sole, la luna, le stelle e l’aria per tutte e tutti… e le biciclette con le ali…
Infatti…poggiata all’albero c’era la bicicletta di Fatagarbatella…era quella bicicletta con il sellino che faceva il solletico e tutte le bambine ed i bambini che la cavalcavan, ridevano a crepapelle.
Certo! Le biciclette si cavalcano e Fatagarbatella ci aveva girato il mondo per lungo e per largo e ce lo gira ancora portandoci tutti i bambini e le bambine sia buoni che cattivi…
La bicicletta aveva le ali, gliele aveva regalate Adriano un bambino in gambissima.
Ci aveva messo le ali di un aeroplano.
Fatagarbatella aveva capito immediatamente dal regalo di Adriano, che bisognava chiedere all’albero una bella pista ciclabile, anzi più di una per il territorio e poter correre insieme con le biciclette volanti sulle ali della FANTASIA.
Fatagarbatella seduta sulla panchina disse all’albero
“senti tu mi devi aiutare, qui bisogna fare tante cose nuove per l’infanzia che è strumentalizzata dagli adulti, che secondo me non stanno molto bene, ma non hanno il coraggio di dirlo!“
Cara Fatagarbatella, io non posso muovermi! Posso guardare in tutte le direzioni, perché sono al centro di questa piazza che prende il nome dalla chiesoletta qui di fronte.
Lo sai che qui si fermava a riposare San Filippo quando portava i pellegrini a visitare le chiese! Mangiavano un po’ di pane, bevevano chi acqua e chi vino, cantavano in serenità e pregavano Dio…
ma questo accadeva tanti anni fa!?”
Fatagarbatella sorrise ed esclamò: “
Caspita che albero colto! Che animo profondo e che esperto della storia. Dimmi un pò, ma perché la chiesoletta l’hanno dedicata ai santi Isidoro ed Eurosia?
Il pino scosse un po’ la chioma, fece cadere qualche ramo, si schiarì la voce ed orgoglioso del suo sapere rispose: “